domenica 13 maggio 2012

Il pensiero del ventre

  Imputato,
  il dito più lungo della tua mano è il medio,
  quello della mia è l'indice,
  eppure anche tu hai giudicato.
  Hai assolto e
  hai condannato al di sopra di me,
  ma al di sopra di me,
                                              per quello che hai fatto,
                                              per come lo hai rinnovato,
                                              il potere ti è grato.
                                                                           (Fabrizio De Andrè)

                                             Bisogna avere un caos dentro di sè
                                             per generare una stella danzante.
                                                                            (Friedrich Nietzsche)


Il post di oggi nasce da un profondo senso di sconforto, di frustrazione, di offesa e per tale motivo troverete in esso un vortice di immagini, sensazioni, emozioni a cui, volutamente, non ho dato forma lasciandolo scorrere libero fra queste poche righe.
Per l'ennesima volta l'Anarchia viene associata alla violenza, ad una "pistola fumante", ad una lista di carnefici da punire.
A differenza di alcune storie passate, quando gli anarchici venivano tirati in ballo dallo stesso Potere per nascondere i tanti regolamenti di conti che venivano perpetrati al suo interno a furia di sangue e bombe (strage di Piazza Fontana), questa volta sono gli stessi "sedicenti" anarchici a passare alle vie di fatto.
L'immagine di questi uomini che segretamente, nascondendosi e mascherandosi, mettono bombe e commettono omicidi è vecchia ed è altrettando vera.
Ma accanto a questa violenza, all'Anarchia come filosofia etico-politica, alle tante battaglie contro lo sfruttamento degli oppressi, all'endemica contrapposizione allo Stato e al Potere,  vi è un'Anarchia più profonda, più intima che percorre, come un fiume carsico, l'intera storia dell'uomo.
Un'Anarchia che mi porto dentro e che vibra come un pensiero del ventre (M. Maffesoli).
E' un'accettazione della caducità umana, un'accettazione della coincidentia oppositorum.
L'anarchico è colui che sente e vive l'assenza di un principio e di un potere assoluto non combattendo per imporre tale assenza agli altri perchè la sola imposizione sarebbe essa stessa un principio.
L'Anarchia non può essere un potere che combatte un altro potere e per tale motivo l'anarchico è eternamente intrappolato in un doppio vincolo (G. Bateson) non potendo affermare l'assenza di principio con un principio.
L'Anarchia è un utopia che vive nella quotidianità, che immaginando mondi futuri vive un hic et nunc eterno.
Per quante regole sociali, culturali, civili possiamo darci e per quante strutture e forme possiamo osservare o costruire nelle nostre società l'agire quotidiano è intriso di anarchismo.
Un'Anarchia anodina, che si mostra in piccoli gesti, che non si arma per combattere guerre ma naturalmente si accorda ad una socialità ctonica che inconsciamente viviamo.
Vi è nel nostro quotidiano un continuo trasgredire le regole facendo in modo che le stesse esistano e donando loro un energia di rinnovamento.
L'Anarchia è un'epifania del movimento, l'attimo prima o l'istante dopo in cui, seguendo la Lebenphilosophie simmeliana, la Vita crea o abbandona la Forma.
L'anarchico è colui che ha sempre la valigia pronta per seguire la Vita nella sua eterna danza.
E' colui che usa il suo corpo e non quello degli altri, che combatte scegliendo come sola e possibile vittima giustificabile se stesso.
Che non accetta di scaricare un caricatore di proiettili su un altro essere umano perchè sà che nessun principio può assolvere una violenza.
Gambizzare l'a.d. Adinolfi, perchè rappresenterebbe il potere del "nucleare" che opprime il mondo e i deboli, è solo brutale violenza.
La battaglia sul "nucleare" verrà vinta da uomini che immagineranno e vivranno il quotidiano in un altro modo.
Per tale motivo, caro amico anarchico, invece di sparare, quando cala la sera e come tutti noi hai bisogno di luce, non premere l'interruttore della corrente elettrica ma accendi una candela e Adinolfi diverrà una delle tante ombre che danzeranno nella tua stanza alla luce di questa eterna fiamma.
In fondo l'Anarchia non è altro che un eterno fuoco eracliteo.

1 commento:

  1. In questi momenti, dove cupe ombre si addensano sul nostro tessuto sociale e di riflesso nei nostri cuori, dove rigurgiti fascisti aleggiano sull'Europa e violenze che ci riportano indietro negli anni, a quei cupi anni giustamente definiti di piombo, dove i nostri nasi pescano ancora l'aria impregnata dell'acre odore della polvere da sparo e della cordite e della benzina che impregnava uno straccio infilato nella bottiglia, la tua levità mi dà conforto e speranza nel futuro. La potenza evocatrice della candela e del fuoco albergherà lungamente nel mio cuore.

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